lunedì 27 gennaio 2014

IL TRENO RIPARTE: Il Liceo Novello di Codogno & la FLC di Lodi hanno aderito alla manifestazione

COMUNICATO STAMPA

OLTRE 400 STUDENTI AL CONVEGNO DI STAMATTINA A SESTO SAN GIOVANNI SULLA DEPORTAZIONE DELLE DONNE. AD APRILE PARTE IL TRENO PER AUSCHWITZ.
DICHIARAZIONI DI BRUNO BERSANI, PRESIDENTE DEL COMITATO “IN TRENO PER LA MEMORIA” E DI NINO BASEOTTO SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL LOMBARDIA.

E’ quasi un decennio che centinaia di studenti, pensionati e lavoratori si recano ad Auschwitz e Birkenau con il Treno della Memoria organizzato da Cgil e Cisl lombarde. Anche quest'anno saranno oltre 600 a partire, dall'8 al 12 aprile. Tema dell'edizione 2014 è la deportazione delle donne. Per questo Cgil e Cisl Lombardia, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Sesto San Giovanni, hanno organizzato per oggi, presso lo Spazioarte, il convegno "La deportazione delle donne”, al quale hanno partecipato oltre 400 studenti di quarta e quinta superiore, con i loro docenti, e i rappresentanti delle istituzioni e dei sindacati.

Bruno Bersani, presidente del Comitato “In treno per la memoria”, nel suo intervento ha detto: “Oltre 400 ragazzi si sono dati appuntamento qui oggi per celebrare con noi la Giornata della memoria con un dibattito sulla deportazione delle donne che segna l'avvio del lavoro di approfondimento e ricerca che ad aprile si concluderà con il viaggio ad Auschwitz di oltre 600 studenti, lavoratori e pensionati.
Tenere viva la memoria dei tragici fatti della storia è un dovere. Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad episodi deplorevoli contro la comunità ebraica. Non possiamo che ribadire il nostro biasimo e sdegno per questi tentativi di intimidazione che ci riportano ad un periodo buio della storia del nostro Paese. Oggi più di ieri dobbiamo impegnarci perché i valori della pace e della giustizia siano alla base della nostra società.
Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia ha sottolineato come la Shoah non sia solo lo sterminio di milioni di persone, ma anche l’affermazione della cultura dell’intolleranza verso i diversi: diversi cioè inferiori.
Non cittadini ma schiavi, non popolo ma razza, non donne o uomini ma carne da macello o bestie da lavoro. Ebrei, omosessuali, comunisti, malati, intellettuali, e tra loro le donne, diverse non solo  perché “sesso debole”, inadatte al lavoro, alla fatica, ridotte ad oggetti sessuali, ma anche perché riproduttrici: e la Shoah è stata segnata anche da un forte odio verso i bambini. Le donne considerate come un pericolo, da sterminare. Ricordando il contributo di Alessandra Chiappano, esperta ricercatrice recentemente scomparsa, alla ricerca e alla memoria, Baseotto ha sottolineato il valore del Treno della Memoria - un’iniziativa alla quale lei ha partecipato con passione e competenza - non come una celebrazione, ma come elemento essenziale per l’oggi e il domani. Ha poi invitato a non sottovalutare i rischi di nuovi stermini, dai quali non siamo immuni, pensando a quelle guerre dimenticate che non fanno notizia, alle nuove intolleranze che fanno del diverso, dello straniero, deI povero, del portatore di handicap, dell’omosessuale un nemico e non un valore. A tutto questo va contrapposta una nuova etica della solidarietà.

Milano, 27.1.2014. 

domenica 12 gennaio 2014

Precari: qualcosa si muove

Vertenza precari: nuove pronunce della Corte di Giustizia Europea




Lo scorso dicembre la Corte di Giustizia Europea si è pronunciata ripetutamente sul problema del precariato nel nostro paese. In particolare si segnala il provvedimento emesso a seguito di una questione sollevata dal Tribunale di Aosta rispetto all'abuso dei contratti a termine da parte della locale amministrazione comunale (si veda allegato).
Questa pronuncia, pur non riguardando direttamente i nostri comparti, è importante per i  riflessi che potrà avere sulla causa riguardante il precariato della scuola che la FLC sta operando presso la Corte di Giustizia Europea e di cui a breve si svolgerà l'udienza.
Su questo tema la CGIL ha convocato una riunione per il prossimo 16 gennaio del proprio Ufficio Giuridico a cui parteciperanno anche i legali della FLC (comunicato in allegato). Vi terrò aggiornati su ogni notizia in merito.

Ultime notizie

Sospesa la restituzione degli scatti di anzianità. 
Premiata l'iniziativa dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali.
La recente decisione del Consiglio dei Ministri di sospendere la restituzione gli scatti di anzianità percepiti da docenti e Ata è un atto dovuto ma non è la soluzione per fermare questa operazione di pirateria politica e contrattuale.
L’iniziativa delle organizzazioni sindacali,la reazione del personale della scuola, le prese di posizioni decise da parte delle forze poltiche, a partire dal neo segretario del PD Matteo Renzi, hanno determinato il dietrofront del Governo.
Sarà sciopero se questa decisione non sarà definitiva e non  si estenderà anche al ripristino degli scatti 2012 e 2013 e agli altri tagli delle buste paga dei lavoratori. In assenza di risposte concrete, nelle prossime ore avvieremo le procedure con il tentativo di conciliazione.
I motivi della nostra protesta riguardano anche altre questioni altrettanto gravi che colpiscono il personale della scuola: la restituzione delle posizioni economiche Ata, il mancato pagamento degli stipendi e delle ferie ai supplenti, la riduzione del salario di posizione ai dirigenti scolastici.
Cifre alla mano con le operazioni sopra citate si tagliano quasi 950 milioni di euro alla scuola: 700 milioni per blocco deli scatti 2012 e 2013, 158 milioni per il mancato pagamento delle ferie ai supplenti, e circa 50 milioni per blocco posizioni economiche degli Ata e 16 milioni per blocco del salario dei dirigenti scolastici.
Tutte le forze politiche si sono impegnate davanti al Paese a non tagliare più neanche un euro alla scuola pubblica. Lo stesso impegno era stato assunto dalla Ministra Carrozza. Ma i fatti vanno in direzione opposta con tagli ulteriori, riduzioni dei diritti e blocco dei contratti nazionali
È arrivato il momento di tradurre le dichiarazioni di principio in fatti: bloccare definitivamente il taglio in busta paga, ripristinare gli scatti 2012 e 2013, pagare regolarmente i supplenti e liberare i soldi già stanziati dai contratti nazionali.
Per fare ciò è necessario investire risorse fresche per valorizzare e riconoscere il ruolo sociale svolto da migliaia di docenti e Ata impegnati tutti i giorni a far funzionare il bene più prezioso di un Paese democratico: la scuola pubblica.
Siamo pronti a indire lo stato di agitazione e mobilitazione permanente e di apertura di un serrato confronto nei Collegi Docenti e negli altri Organi collegiali per una valutazione e un'azione conseguente sulla permanenza delle condizioni per l'espletamento delle attività aggiuntive.
Tutto dipenderà, dunque, dalla serietà delle proposte che ci farà il Governo, sperando che la smetta di imbrogliare le carte per imporre di manovra in manovra, di circolare in circolare solo tagli alle retribuzioni e ai diritti.
Ci attendiamo una urgente convocazione da parte della Ministra Carrozza per sapere come intende mettere fine a questo balletto indecente di responsabilità che si scarica sulle condizioni salariali e normative del personale della scuola.

Due posizioni interessanti

Lo scatto d'orgoglio dei docenti di Mila Spicola          (da l'Unità)

Questo è un post personale. A titolo assolutamente personale, tra me e voi, colleghi e colleghe della scuola, mettendoci dentro tutti i lavoratori della scuola, nessuno escluso. A tutti quelli che mi dicono: ma che vittoria è stata questa degli scatti restituiti? Una piccolissima cosa in un mare di guai. Vero, avete, abbiamo ragione. Ma andate avanti nella lettura, mettetevi comodi. Il tema è molto ampio e da qualcosa si deve ripartire. Il tema è il nostro orgoglio. Di che cosa trascurabile parli Spicola? Con l’orgoglio non si mangia? Uhm. Parliamone. Perchè secondo me è stata negli anni, oltre alla colpevole azione di governi in malafede, la mancanza di orgoglio, di compattezza e di consapevolezza a condurre alla progressiva proletarizzazione della Scuola. Quei governi in malafede hanno trovato un campo immenso da arare. E comunque. Parliamo in generale. Perchè il tema è il blocco degli stipendi.
Il tema del Blocco degli Stipendi non vale solo per gli insegnanti o per la scuola. Per me vale per tutti gli stipendi bloccati sotto 2mila euro. Non è una recriminazione di categoria, ma un tema del nostro Paese.
Forze dell’ordine, infermieri, ricercatori, etc…E li abbiamo bloccati dal 2009, in un momento tragico per la storia del Paese. Il tema dicevo non è di categoria. La proletarizzazione del ceto medio sta bloccando la bilancia commerciale  interna del Paese, non solo di beni ma anche di servizi.
E’ inutile agire con leggi sul credito alle imprese o su riforme contrattuali generali se poi il ceto più numeroso del Paese non ha potere di spesa ma solo di debito. Solo se ridiamo potere di spesa al ceto medio riparte anche il tema del lavoro e si crea ricchezza diffusa. Ecco perchè mi riferisco a tutti gli stipendi sotto i 2 mila euro e sono solidale coi colleghi statali delle forze dell’ordine che ieri lamentavano la nostra piccolissima vittoria. Hanno ragione. Il tema è generale e riguarda l’affamamento progressivo della classe media a fronte dell’arricchimento progressivo, della classe benestante del Paese, che concentra e trattiene ricchezza e non la diffonde in spesa corrente di beni e servizi,  anche con atti e regole decise dallo Stato. La classe media, il corpaccione lavorante, le colonne portanti dello stato sociale e del welfare,  statalmente parlando, è costituita da Scuola, Forze dell’Ordine, Sanità (escludo i medici oltre certe posizioni) e pensionati. Oggi come oggi reggono il Paese. Perchè campano se stessi e quel 42% di giovani disoccupati, oltre che mandare avanti in modi perigliosi le famiglie. Non solo: costituiscono il grosso della bilancia commerciale interna di beni e servizi. Non sono cioè la spesa dello Stato, sono lo scheletro dello Stato medesimo e tale scheletro in questo momento è in osteoporosi galoppante.
Mi chiedo se non sia possibile bloccare i mille privilegi prima di intaccare l’essenziale delle persone che non serve solo a loro ma anche al paese. Domanda retorica lo so. Ma in Italia lo è diventata visto che non lo si fa. Il Paese è in mano a lobby conservative fondate sul paternalismo amorale che ha ammorbato e ammorba ogni cosa: politiche, amministrative, economiche e burocratiche. Ma lo stanno distruggendo a furia di cavilli. Il nostro piccolissimo caso degli scatti richiesti indietro è solo un piccolissimo esempio, ma possiamo aggiungere gli esodati, la quota 96, le ferie dei precari,..cavilli amministrativi che distruggono vite mentre la politica è assente, incapace e muta. Incapace di smuovere e scuotere e affrancarsi da quelle lobby che ne assicurano la mutua sopravvivenza. E allora ogni privilegio ha la controparte di un diritto offeso. Il mondo all’incontrario, l’ Italia di Trilussa.
Ad esempio, ma se ne posson fare mille di esempi di sprechi, limitare e definire con criteri veri, i premi di produzione dei dirigenti o direttori statali e parastatali. In media nella PA c’è un dirigente ogni sei impiegati (!!!), che dirige spesso se stesso e si autodefinisce da solo i premi di produttività. Sono somme che vanno da mille euro a 60mila euro l’anno.
Non sono diritti acquisiti, non sono valutati da nessuno e alcuni se li determinano in modo balordo da soli, ad esempio dal numero delle mail lette. E non voglio riprendere ancora una volta il tema delle spese militari perché mi sembra una barzelletta ormai. Amara.
Sacrifichiamoci tutti, noi “poveri” abbiamo già pagato. La Scuola: 4 miliardi sotto Prodi, 8 miliardi sotto Tremonti, e 3 miliardi come scie chimiche nei tre anni successivi al 2010.
Non possiamo mantenere l’Italia come una burla di Trilussa, appunto: a me tre polli e a te manco un pollo, anzi, dammi pure un dito delle tue, tanto ne hai dieci.
Ovviamente non mi riferisco al libero mercato (anche se..su quello..ma lasciamo perdere), ma alla contrattazione dello Stato. E’ antieconomico sostenere ancora logiche simile, che poi è al limite con la corruzione.
Il primo postulato del Tractatus di Wittengstein afferma una verità sacrosanta, molto più cristallina e semplice del suo nome: tutto ciò che può dirsi deve essere detto. Aggiungo il corollario: tutto ciò che può farsi deve essere fatto. E l’altro corollario è, ovviamente: tutto ciò che non può farsi non deve essere fatto.
Come dire, le cose a prima vista più difficili, il Tractatus Logico-Philosophicus, sono molto molto semplici, se si usa una logica che abbia senso. Ebbene, vorrei che la logica impazzita, incomprensibile, messa in campo solo e soltanto per giustificare privilegi di lobby che ormai bloccano un Paese intero e si mangeranno alla fine anche se stesse finito di mangiare noi, tornasse ad essere una logica semplice e cristallina.
Dovremmo passare nuovamente dall’ Italia di Trilussa alla bellezza dell’Infinito di Leopardi. Un Paese, cioè, che riduce le ineguaglianze sociali invece di alimentarle. Un Paese che comprende che le ineguaglianze sociali sono il vero blocco alla crescita complessiva. Un Paese che comprende come la premessa per sanare le ineguaglianze sociali sta nel sanare i divari nelle conoscenze della sua popolazione. Un Paese che mette in cima a tutto virtute e conoscenza, non cavilli. E questo vogliamo e dobbiamo noi docenti: la nostra parte è quella di sanare i divari delle conoscenze del nostro Paese. E la sostanza del sanare tali ineguaglianze sta poi, da parte di altri,  nell’assicurare un giusto salario ai suoi lavoratori. Specialmente lo Stato: un giusto salario, né troppo, né troppo poco. Chi lavora nello Stato deve avere né troppo, né troppo poco. Né troppo né troppo poco se si lavora nello Stato. Logica elementare. Lo diceva De Gasperi, mica Lenin. Altrove, nel mercato, se la decidano altri. Ma uno Stato virtuoso non ammette privilegi insostenibili e corrotti pagati da chi non li può pagare tra l’altro. E scusate se mi ostino a mettere virtù e conoscenza prima dell’economia. Perchè alla fine virtù e conoscenza hanno una logica che garantisce anche l’economia, non viceversa. L’economia da sola è più dannosa di un bambino con in mano un coltello affilatissimo. Mi pare che lo abbiamo visto no? Quel coltello affilatissimo che ci ha tagliazzati tutti. Tranne coloro che ci han lasciati nella stanza.
Non abbiamo vinto la guerra con questa storia degli scatti. No. Nelle scuole siamo sempre dove stavamo: nell’ emergenza funzionale. Posto che noi lavoriamo lo stesso non deve essere la scusa per dire tutto bene, madama la marchesa. Ma non potevamo accettare un gravissimo precedente: ammettere il gesto di uno Stato, il nostro Stato, per cui noi lavoriamo, che togliesse ai suoi lavoratori parte di un salario già pagato. Inaccettabile, nel principio e nella pratica. Sia che fossimo docenti, sia che fossimo altri tipi di lavoratori. Era e rimane inaccettabile. Alcuni di noi si sono sentiti di combattere per un principio. E’ poco? No, non è una vittoria di chissà cosa in termini concreti. E’ la vittoria di un principio generale, di un principio costituzionale, in un paese che naviga troppo a terra, in merito ai principi costituzionali. E chi li difende i principi oggi se non noi docenti che siam demandati dallo Stato e dalla nostra coscienza alla trasmissione di principi e valori comuni sanciti nella Costituzione? V virtute e conoscenza. Anche questo, non lo diceva un anarchico sessantottino. O meglio, lo dicevano anche loro, che in fondo si battevano per un mondo migliore, prima di acchiapparsi la seggiola e non mollarla più. La seggiola migliore.

Una brutta sorpresa per il personale ATA  di Gabriella Bellafiore


Abbiamo appena festeggiato l'Epifania ed oggi ci ritroviamo in pieno Carnevale!
Orribile rientro a scuola per il personale della scuola: al taglio dello stipendio per gli insegnanti reso noto in questi giorni (ora rientrato), si aggiunge per il personale ATA l'orribile scherzo del recupero di quanto percepito con decorrenza settembre 2011 a seguito dell'attribuzione della prima o seconda posizione economica (nota Miur prot. n. 2 del 7/01/2014).
Si tratta di compensi erogati  a seguito dell'applicazione di una specifica sequenza contrattuale, esclusivamente a chi ha superato un apposito percorso formativo. Percorso articolato e comprendente non solo l'approfondimento di argomenti specifici attinenti al proprio mansionario, ma anche lo svolgimento di attività che permettono al tutor che segue l'andamento del corso di valutare il raggiungimento dei livelli di competenza previsti per l'attribuzione appunto di tale beneficio economico.
Insomma, la macchina amministrativa che consente di erogare tali benefici è, perché i corsi si sono svolti e continuano a svolgersi, elefantiaca: innanzitutto il personale chiede di accedere ai corsi di formazione; poi, superata la selezione per l'ammissione al corso, frequenta e assicura il conseguimento di un certo numero di crediti formativi. Infine, acquisiti i crediti necessari, confluisce in una graduatoria provinciale da cui sono estratti i nominativi dei beneficiari. 
Il numero di tali beneficiari è diverso a seconda dell'anno considerato, dipendendo esso dal numero di titolari dell'anno precedente che lasciano libero l'incarico.
"Bene", diranno i più! Finalmente non compensi erogati a pioggia, ma attribuiti a chi effettivamente li merita!
"Giusto!", aggiungo io, anzi sacrosanto perseguire il merito nella Pubblica Amministrazione.
Ma perché questo merito cercarlo solo nelle basse sfere? Qual è il livello di prestazione raggiunto da chi ha permesso che il personale ATA, che ha usufruito con decorrenza 2011 di tale beneficio economico, dopo essersi sottoposto alla trafila suindicata, dopo aver svolto attività che hanno comportato maggiori responsabilità (perché questo si accompagna all'assegnazione del beneficio economico: la disponibilità ad assumersi maggiori oneri e responsabilità nell'espletamento delle mansioni) a distanza di due anni e 4 mesi dall'inizio della riscossione del compenso, debba sentirsi dire dal Miur (buono) che il Mef (cattivo) ha deciso che nessuno può guadagnare più di quanto guadagnato nel corso del 2010 e pertanto quei soldi riscossi dovranno essere restituiti!?
Però, udite udite che magnanimità, a piccole rate! Si rasenta l'assurdo!
Così facendo veramente si insiste nell'istigazione allo "scansafatichismo". Così facendo veramente i dipendenti pubblici perderanno motivazione nello svolgere il proprio lavoro, realmente cercheranno di lavorare il meno possibile.
E pensare che davvero i dipendenti pubblici potrebbero mettere in ginocchio la macchina amministrativa dello Stato, basterebbe loro qualche giorno di sciopero bianco. Basterebbe loro semplicemente rispettare in modo rigido e burocratico le regole e l'orario di lavoro e poi forse davvero si inizierebbe a capire se davvero i dipendenti pubblici sono gli scansafatiche che si vogliono dipingere o se invece, nella stragrande maggioranza, sono persone che mettono passione e volontà in quel che fanno e consentono a questa pletora di dirigenti che abbondano a tutti i livelli di essere magnanimi (sulle fatiche degli altri e soprattutto sul portafoglio degli altri).

(da rivista Sinergie Scuola)

lunedì 6 gennaio 2014

Novità 2014

Scatti anzianità 2013: il Governo si riprende gli aumenti giustamente percepiti
Trattenute mensili di 150 euro dalla busta paga di gennaio 2014. Al Governo non tornano i conti e i lavoratori pagano. Siamo pronti a dare battaglia control’ingiusta restituzione.
Come già anticipato alcuni giorni fa è arrivata (purtroppo) la stangata del MEF sui lavoratori della scuola che hanno maturato gli scatti di anzianità nell'anno 2013. Lo dispone NoiPa con una nuova nota, la 157 del 27 dicembre 2013 in applicazione del DPR 122/2013 che ha bloccato sia il rinnovo dei CCNL sia gli automatismi stipendiali.
Ecco alcuni esempi di cosa succederà in concreto sul piano giuridico ed economico.
1. Chi è scattato a gennaio 2013, già con un anno di ritardo (blocco 2012), ha avuto solo ad aprile 2013 l'attribuzione degli scatti con arretrati, a gennaio 2014 manterrà lo scatto ma dovrà restituire i soldi percepiti in più nell'anno 2013.
2. Chi invece ha avuto lo scatto da settembre 2013, sempre con differimento di un anno, a gennaio 2014 verrà retrocesso come posizione stipendiale e dovrà restituire i soldi percepiti in più da settembre 2013.
In questo caso solo a settembre 2014 avrà lo scatto a causa del congelamento degli anni 2012 e 2013.
3. Tutti i lavoratori interessati troveranno inserito nel cedolino dello stipendio di gennaio un messaggio che comunica loro il recupero dei soldi percepiti in più, suddiviso in rate mensili da 150 euro, fino alla concorrenza del debito.
Alcuni saranno retrocessi, ma la cosa ancora più grave è per chi, ad esempio, aveva programmato il pensionamento da settembre 2014 perché finalmente aveva maturato lo scatto. Questi lavoratori qualora rientrino nel secondo caso dovranno rimanere un altro anno per poter vantare, sia sul trattamento pensionistico che sulla buonuscita, lo scatto tanto agognato.
Ma non è finita qui gli immessi in ruolo degli ultimi tre anni potrebbero vedersi bloccate le ricostruzioni di carriera, dal momento che l'ulteriore blocco introdotto dal DPR 122/2013 mette in discussione la validità giuridica dell’anno 2013 a cui si aggiunge l'anno 2012, tuttora bloccato dalla manovora Tremonti (D.L. 78/2011)
Si sta, dunque, verificando, quello che avevamo paventato da tempo e, cioè, ancora una volta un pesante intervento sui diritti acquisiti dei lavoratori della scuola, che saranno costretti a restituire le somme legittimamente e giustamente percepite.
La scuola ha già contribuito pesantemente al risanamento dei conti pubblici, finanziandolo con i tagli di personale (8 miliardi di euro), con il blocco del CCNL, con il taglio del salario (Mof. funzioni superiori, posizioni economiche del personale ATA) e con l'aumento dei carichi di lavoro.

E' necessario che la buona politica batta un colpo e investa nella scuola a partire dall’innalzamento degli stipendi dei lavoratori della scuola italiani, che risultano tra i più bassi d’Europa.

Riporto per maggior chiarezza quanto pubblicato sul nostro sito ad ottobre 2013:
Confermato il blocco dei contratti nazionali: pubblicato il regolamento
Con la pubblicazione, il 25 ottobre 2013, in Gazzetta Ufficiale delDPR 122 del 4 settembre 2013 viene bloccato nuovamente il Contratto nazionale per tutti i dipendenti pubblici anche per gli anni 2013 e 2014: anche questi anni, dunque, saranno vuoti, dal punto di vista salariale, come lo sono stati già il 2010, il 2011e il 2012.
Il Contratto, secondo il citato decreto, si potrà avviare solo sul piano normativo. Non solo: non rimangono indenni dalle misure governative neppure gli scatti di anzianità. Anch’essi vengono, infatti, bloccati nuovamente per il 2013, sicché gli stipendi rimarranno privi di progressione per il 2012 (anno già bloccato con precedente provvedimento) e per il 2013.
Analogamente viene prorogato di un ulteriore anno il blocco degli scatti triennali anche per il personale docente delle Università.
Infine il regolamento mette mano, negativamente, all’indennità di vacanza contrattuale (IVC) dal momento che esso blocca gli incrementi che matureranno nel 2013 e 2014, congelando gli importi a quelli attualmente percepiti. Se ne riparlerà solo nell’anno 2015.
Come si vede la filosofia governativa contempla una “gelata” completa degli avanzamenti retributivi del personale pubblico. La conseguenza è che per alcune situazioni si aggiungono danni ulteriori: il personale Ata della scuola, i lavoratori di università e ricerca saranno privati anche delle cosiddette posizioni e progressioni economiche.
Le economie derivanti dai processi di “razionalizzazione” (tagli al personale), che finora venivano restituite alla contrattazione, verranno incamerate dalla fiscalità generale.
Queste misure, che spieghiamo nel dettaglio in un documento che alleghiamo, sono per noi inaccettabili.
La FLC CGIL ha dichiarato la propria ferma indisponibilità ad aprire la trattativa solo sulla parte normativa, così come ha respinto il blocco degli scatti e dell’incremento dell’IVC.
Per queste ragioni è stato indetto un percorso di mobilitazioni unitario che riguarda tutti i lavoratori della conoscenza, a partire dallo sciopero indetto da CGIL, CISL e UIL contro la legge di stabilità.

Il MOF salva-scatti ovvero la fine della contrattazione? 
i
Ci risiamo. Il pasticcio era nell'aria prima di Natale, complici tutte le leggi che si sono accanite negli ultimi tre anni sul pubblico impiego. Il governo Letta, come il suo predecessore Monti non avevano messo in bilancio un solo euro a copertura degli automatismi di anzianità del personale della scuola. Mentre per la copertura del 2010 si era intervenuto con un apposito Decreto Interministeriale, per il 2011 col governo Monti si erano prelevati i fondi dalle risorse contrattuali destinale al MOF (Miglioramento dell'offerta formativa di cui il Fondo d'Istituto è la parte più preponderante) con un'intesa apposita, siglata il 13.3.2013.
La CGIL fu l'unica a non firmare quell'accordo, un pericoloso precedente ma che consentì comunque di pagare gli sc atti di anzianità maturati nel 2011.
Tuttavia rimaneva sullo sfondo il DL del 2010 voluto da Tremonti che bloccava i contratti nel P.I.
e gli automatismi di anzianità fino al 31.12.2013, decreto poi ritoccato con la legge n.111 del 2011 che delegava a un apposito DPR la possibilità d'intervenire sui blocchi in atto.
In assenza di tale regolamento il personale della scuola che aveva maturato nel corso del 2013 gli scatti d'anzianità maturati pur se con un anno di ritardo, stante la non validità del 2012, aveva percepito come diritto acquisito quanto dovuto o a gennaio 2013 o a settembre 2013.
Col DPR n.122 del 4.9.2013 il governo Letta interviene disponendo la proroga a tutto il 2013 del blocco voluto da Tremonti, relativo ai contratti e agli automatismi stipendiali del personale della scuola. Con successiva nota NoiPa n.157 del 27.12.13 il Tesoro dava disposizione di restituire in comode rate mensili da €150 fino a concorrenza degli scatti percepiti legittimamente dai lavoratori. E tutto ciò a trattative sindacali ancora aperte con l'Aran e quel che è peggio è il carattere retroattivo delle norme, in aperta violazione dell'art.3 della L.212/00 sui diritti del contribuente.
La cosa più sconvolgente è che in presenza di un accordo sulla copertura del 2012, il governo dovrebbe poi tornare a restituire il maltolto!
Nelle intenzioni di NoiPa si parte con le trattenute dal mese di gennaio 2014, salvo improbabili ripensamenti da parte del Governo.
Tutto si gioca ancora una volta attorno al MOF, perché è l'unico salvadanaio a portata di mano.
Vale a dire che i 350milioni che serviranno per coprire gli scatti del 2012, come è avvenuto per il 2011, è lì che si tenterà di prelevarli .
Con buona pace della contrattazione d'istituto che a quel punto risulterà, se non proprio azzerata, più che dimezzata ! Se questo è l'obiettivo del governo non è e non può essere quello di tutti i sindacati e non solo della Cgil.
La contrattazione d'istituto va difesa perché deve restare una risorsa da mettere in campo per migliorare non solo l'offerta formativa ma anche la qualità del servizio con la flessibilità delle prestazioni, con la valorizzazione professionale e il coinvolgimento dei lavoratori a sostegno dell'autonomia scolastica.
Per capire tutto questo, cara Ministra, non c'è bisogno d'indire alcun referendum perché una scuola depauperata anche di queste ultime risorse non gioverà più a nessuno.
Intanto, convinca il suo collega del Tesoro Saccomanni a bloccare la restituzione degli scatti maturati.
Un'altra assurdità come quella sull'Imu risulterebbe incomprensibile e quindi va evitata.
Ne andrebbe di mezzo quel che resta della sua credibilità e dell'intero governo.


Come si va in pensione nella scuola nel 2014. Scadenza delle domande: 7 febbraio 2014
Presso le sedi della FLC CGIL e dell’INCA CGIL (in Italia e all’estero) è disponibile uno specifico servizio di consulenza gratuita personalizzata e qualificata per fare le scelte più opportune. Vista la delicatezza e la complessità dei calcoli per determinare l’ammontare della pensione e della liquidazione, è consigliabile che la pratica pensionistica sia istruita e seguita in ogni sua fase dal patronato INCA CGIL che è soggetto accreditato presso il Ministero del Lavoro e garantisce competenza e professionalità.
Il patrocinio è del tutto gratuito
Il 7 febbraio 2014 scade il termine di presentazione delle domande di cessazione dal servizio per il personale della scuola dal 1 settembre 2014.
Per i dirigenti scolastici il termine è il 28 febbraio 2014 come previsto dalle norme del CCNL dell’Area V della dirigenza.
La domanda, compreso quella con contestuale richiesta di part-time, dovrà essere compilata attraverso le istanze on-line (POLIS).
Sul nostro sito sono disponibili una guida e un video che illustrano le procedure da seguire per la registrazione.
Abbiamo predisposto una scheda di approfondimento del Decreto Ministeriale
1058 del 23 dicembre 2013 e della nota ministeriale 2855 del 23 dicembre 2013 relativi alle procedure per la cessazione dal servizio.
Nell'incontro con l'amministrazione avevamo chiesto il superamento di alcune
rigide interpretazioni della riforma Fornero da parte dell'INPS:
· l'estensione al 2016 della cosiddetta "opzione donna" (57 anni di età e 35 di servizio), con maturazione del diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2015,
· il ripristino dell’arrotondamento anche per i periodi inferiori a un mese nei casi previsti dalla pensione anticipata, in considerazione dell’unica finestra di uscita dal lavoro per il personale della scuola,
· l’acquisizione già da ora della normativa migliorativa delle penalizzazioni in materia di legge 104/92 e DLgs 151/2001 previste per chi accede alla pensione anticipata prima dei 62 anni, anche se la legge di stabilità é tuttora in discussione al Parlamento.
L’INPS ha risposto negativamente a tali richieste. Il MIUR, che ha già recepito nella circolare le nuove norme sulle penalizzazioni (congedi parentali e donazione sangue) si è impegnato a rivedere il regime delle penalizzazioni non appena le modifiche di cui sopra saranno acquisite dalla legge di stabilità.
Il MIUR ha concordato con le organizzazioni sindacali di aprire un tavolo di confronto per stabilire i criteri di applicazione dell'articolo 17, comma 20 bis del DL 95/12 (spending review), recepito nella legge 128/13, in materia di pensionamento con i requisiti ante Fornero per i lavoratori appartenenti a classi di concorso in esubero.
La FLC CGIL da sempre considera iniqua la riforma Fornero perché lesiva per tutti i lavoratori del diritto al pensionamento in una età equa e con un assegno dignitoso, pertanto ne chiede una revisione che restituisca anche il turn over necessario per dare lavoro ai giovani.

Il mancato coordinamento tra i centri ministeriali impedisce il pagamento dei supplenti temporanei
L’inutile corsa contro il tempo delle scuole per pagare i supplenti. Bisogna aspettare l’esercizio finanziario 2014. 
Il 24 dicembre avevamo dato notizia dell’avvenuto reperimento dei fondi da parte del Miur per pagare i supplenti temporanei e che ciò sarebbe stato possibile già a partire dal 27 dicembre. Questo è quanto aveva comunicato la Direzione del Bilancio. Finalmente una buona notizia era stato il nostro commento, ma contrariamente agli avvisi, il 27 dicembre nei Pos delle scuole non risultava alcuna giacenza: anzi risultavano completamente azzerati. Subito sono arrivate alla nostra redazione le segnalazioni da parte di molti colleghi Ds e DSGA. Molti di loro hanno interrotto il periodo di ferie e sono tornati a scuola pur di pagare i supplenti entro dicembre, ma tutto è stato inutile. Immediata la nostra richiesta di spiegazioni al Miur; questo sostiene che dipende da NoiPa; ma se i fondi sono imputabili sul 2014 non può essere responsabilità di NoiPa. E’ evidente che le scuole e i supplenti sono stati di nuovo vittime dell'inefficienza e della mancata coordinazionefra Miur e NoiPa.
Riteniamo questa situazione intollerabile e da superare perché così non si può andare avanti.


XVII Congresso CGIL. I documenti e il regolamento
Sono pronti i documenti congressuali che il Comitato direttivo nazionale della CGIL ha licenziato definitivamente nella riunione del 2 dicembre scorso. Si tratta della stesura definitiva dei due documenti
che erano stati già precedentemente assunti dal direttivo del 19 novembre.
Il primo documento "Il lavoro decide il futuro", vede come prima firmataria Susanna Camusso ed è stato
sottoscritto da tutti i componenti del direttivo, ad eccezione di Giorgio Cremaschi (primo firmatario) e altri 5 componenti che hanno sottoscritto un secondo documento "Il sindacato è un'altra cosa".
Con i due documenti licenziati oggi e il regolamento congressuale approvato la volta scorsa, prende dunque il via il percorso del XVII Congresso della Cgil, che vedrà la sua conclusione a Rimini il 6, 7 e 8
maggio 2014.
Più precisamente, il calendario congressuale prevede lo svolgimento: delle ASSEMBLEE CONGRESSUALI di  base dal 7 gennaio al 21 febbraio 2014; dei congressi delle categorie territoriali, delle camere del lavoro territoriali, delle camere del lavoro metropolitane e delle categorie regionali entro il 15 marzo 2014; dei congressi delle CGIL regionali dal 17 marzo al 29 marzo 2014; dei congressi delle categorie nazionali dal 31 marzo al 17 aprile 2014 e, successivamente, del congresso nazionale dello SPI CGIL; del congresso della CGIL Nazionale nei giorni 6, 7 e 8 maggio 2014.

Condivideremo tutte le notizie relative alla fase congressuale della FLC CGIL di Lodi. In questi giorni pubblicheremo tutte le date delle assemblee congressuali (13 per la precisione) con l’intento di individuare le sedi più comode da raggiungere per i nostri iscritti.
Il 28/2/2013 ci sarà nella nostra sede di Via Lodivecchio 31 a Lodi il Congresso Provinciale della FLC Lodigiana

TESSERAMENTO 2014
L’anno che ci attende presenterà nuove sfide, adempimenti e difficoltà da affrontare, contiamo sul rinnovarsi della tua adesione alla nostra organizzazione.
Perché iscriversi alla FLC CGIL? I motivi sono tanti, e non riguardano soltanto la certezza di ricevere risposte e consulenze precise e affidabili, ma implicano anche la sicurezza di sostenere un sindacato che si è opposto con forza e coerenza alla politica di tagli selvaggi che ha investito la scuola pubblica negli ultimi anni.
Di fronte all’aumento della precarietà, al peggioramento progressivo delle condizioni di lavoro, al blocco del contratto e all’impoverimento del sistema formativo, il nostro sindacato si è ripetutamente mobilitato, avanzando proposte concrete per ricostruire una scuola pubblica di qualità e per valorizzare le professioni della conoscenza.

Quale miglior inizio d’anno!